Sebbene Archimede non sia originario di Siracusa, ha indissolubilmente legato il suo nome alla citta' siciliana, da cui ebbe inizio la colonizzazione greca del meridione, la Magna Grecia. Non a caso mentre attraversano i ponti che collegano la Sicilia con Ortigia, l'isola che costituisce il nucleo originario di Siracusa, si viene accolti da una statua che celebra Archimede, immortalato con in mano un piccolo specchio ustorio con il quale, secondo la leggenda, avrebbe incendiato le vele delle navi romane che stavano approcciando il porto della citta'.
In effetti c'e' una lettura alternativa della vicenda in cui, da alcuni studi delle fonti e delle tecnologie a disposizione dell'epoca, Archimede avrebbe proposto una specie di piccoli cannoni che avrebbero lanciato dei proiettili incendiari contro le navi romane.
In qualunque modo sia andata, questo e' solo l'ultimo degli episodi che sancisce la grandezza dell'intelletto di Archimede, ma che ci fa anche capire l'importanza strategica di quella zona della Sicilia.
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In giro tra le stradine di Ortigia
Un po' per via del caldo, un po' per risparmiare i tratti a piedi sotto il sole, visti i prezzi interessanti, d'accordo con nostra madre abbiamo girato Ortigia servendoci dell'Ape Tour che viene offerto ai turisti in arrivo dal "continente"!
La guida ci ha quindi portato in alcuni luoghi significativi dell'isoletta a bordo di un'ape con calesse al posto del cassone generalmente adibito al trasporto di oggetti pesanti. Il mezzo, d'altra parte, e' l'unico sufficientemente agile e veloce da muoversi tra le stradine del borgo storico di Siracusa. Eccoci quindi, un po' sballonzolando, a girare tra i resti degli insediamenti greci e romani, le strette viuzze dei quartieri ebraico, spagnolo e arabo, sostando alla fonte Aretusa, una pozza di acqua dolce fresca che arriva dalla Sicilia attraverso il sottosuolo e dove cresce spontaneamente il papiro; oppure ecco la sosta in piazza Duomo, qui dedicato a Santa Lucia. Il monumento di fronte al Duomo, molto ricco ed elegante, era al tempo degli spagnoli adibito a carcers, "carcere d'elite" secondo la nostra guida!
Altra sosta quella per vedere dall'esterno il castello Maniace, costruito da Federico Barbarossa a difesa del golfo su cui si affaccia Siracusa. E infine immancabile la sosta ai resti del tempio di Apollo, accanto al quale (a sinistra di chi attraversa il ponte) si trova il caratteristico mercato del pesce.
In effetti molto piu' di quello di Catania, si ha la netta sensazione che i pescivendoli abbiano accanto le loro friggitorie (ma non solo) per dare ai turisti l'idea del "pescato e mangiato". Quando abbiamo girato per il mercato, il pesce era ancora in vendita, ma le urla sono arrivate da uno dei pochi fruttivendoli presenti, che ha iniziato a decantare le magnificenze delle pesche dell'Etna.
A proposito dell'Etna: tornando verso Catania, dal treno, abbiamo visto la lunga nuvola bianca uscire dalla sua "bocca" e confondersi che le altre nubi presenti nel cielo azzurro del pomeriggio siciliano.
La sua cenere, tra l'altro, era anche arrivata abSiracusa spinta dal vento, ma visto che l'entita' non era paragonabile a quella caduta su Catania, era gia' tutta sparita!
Appuntamento, se riusciro', a domani con le considerazioni conclusive. Dipendera' da come andra' il ritorno in Calabria. In ogni caso nel fine settimana cerchero' di aggiornare i post di queste giornate siciliane aggiungendo foto e link li' dove servono.